PER I NOSTALGICI
“I 5 motorini che più hanno influenzato gli anni ’90”
Aprilia SR 50
La Casa di Noale iniziò la produzione dell’SR 50 nel 1992, introducendo il primo concetto di motorini sportivi, con soluzioni tecniche, per quegli anni, vicine a quelle delle moto stradali. Dall’introduzione del freno a disco alla forcella teleidraulica, e alle grafiche ispirate alle prime moto Aprilia da gara. Il cuore pulsante dell’SR era un monocilindrico verticale raffreddato ad aria di 49,3 cm³, con avviamento elettrico o con kick starter, l’indimenticabile pedalina situata sul lato del carter. L’SR 50 entrò nel cuore di molti e tutt’ora Aprilia continua ancora oggi con la produzione di questo motorino, ma con linee più moderne e simili a quelle delle attuali supersportive di Noale.
Malaguti Phantom
Nato nel 1994, dalla casa bolognese Malaguti, il Phantom F12 riscosse sin da subito grande successo tra i più giovani. Le linee richiamavano per l’appunto quelle del celebre caccia militare da cui prese il nome. Raffreddamento ad aria, freno a disco anteriore e a tamburo al posteriore, linee filanti, con un cruscotto con tre quadranti all’interno dei quali erano presenti il contachilometri, il livello della benzina e l’orologio: il Phantom F12 fu per molti ragazzi un oggetto desideratissimo al compimento dei fatidici quattordici anni, tanto che nelle più numerose delle compagnie ne faceva quasi da padrone.
MBK Booster Spirit
Il motorino più significativo e che ha fatto la storia di quegli anni è sicuramente il Booster Spirit, prodotto dalla casa francese MBK nel 1988 fino al 2004 e ora commercializzato da Yamaha con il nome BW’s. Era diventato il simbolo di un’intera generazione, motore raffreddato ad aria, freno a disco anteriore e a tamburo al posteriore, caratterizzato dai grossi pneumatici extralarge da 10 pollici e dal mitico doppio faro anteriore. L’unico punto debole, rispetto ai suoi concorrenti, era il vano sottosella inesistente, ma a quei tempi non rappresentava certamente un punto a suo sfavore: anzi, il Booster ha sempre affascinato i più giovani e “tamarri” per le sue doti di agilità, più che per quelle prestazionali, e, soprattutto, è sempre stato un motorino che si prestava a dei magnifici monoruota…sempre davanti alle ragazze più belle della compagnia, ovviamente.
Piaggio NRG Ferrari
Fu il primo motorino ad indossare i colori della scuderia di Maranello e ad essere utilizzato, durante i Gran Premi di Formula 1 all’interno dei paddock, dai piloti Michael Schumacher e Eddie Irvine. La Piaggio lo realizzò in tiratura limitata di 5.000 esemplari e commercializzato in tutta Europa a 4.430.000 lire. Raffreddato a liquido, l’NRG (“compressione” della parole inglese “energy”, energia) vantava uno scudo caratterizzato dal doppio faro anteriore e una griglia per l’areazione nera, pneumatici di larga sezione e un profilo ribassato. La parte ciclistica e l’impianto frenante erano anche in questo caso di stretta derivazione motociclistica. Simile nell’aspetto al Piaggio NTT, l’NRG Ferrari si è poi evoluto nell’attuale NRG mc2 e nell’NRG Power, tutt’ora presente sul mercato.
Piaggio Zip
E veniamo ora al motorino più diffuso di quei tempi, protagonista a volte dei classici telefilm o film degli anni 90, diventato il simbolo di quegli tempi e che si poteva vedere in gran numero all’uscita della maggior parte dei licei. Un motorino compatto, dalle ruote piccole, raffreddato ad aria, con forcella telescopica e due freni a tamburo. Fu prodotto dalla Piaggio nel 1992, e diventò con gli anni uno dei più grandi successi commerciali della casa italiana – oltre 750.000 unità vendute dalla nascita – oltre che un’arma decisamente vittoriosa in pista, nei campionati dedicati agli scooter.
… e non possiamo dimenticare gli offroad
MBK Booster Track
Simile in tutto al Booster Next Generation, l’MBK Booster Track rappresentava un’alternativa valida per gli amanti delle ruote tassellate e dell’offroad. I grossi pneumatici tassellati, la grigia sui fanali e il becco in plastica, che richiamava le linee del parafango anteriore delle moto da cross, conferivano al Track un aspetto molto più aggressivo rispetto al Next Generation. Non ci si poteva di certo inoltrare lungo le piste da cross, ma qualche giretto sullo sterrato per i sentieri delle campagne lo concedeva. E mentre tutti gli altri motorini a “gomme liscie” trovavano difficoltà al di fuori dell’asfalto, il Booster Track sapeva farsi largo egregiamente distinguendosi tra tutti gli altri.
Malaguti Crosser
Il Crosser della Malaguti stupì sin da subito per le linee vicine a quelle delle moto da cross. Posizione alta, scudo frontale con due fari tondi protetti da griglie in plastica, parafango anteriore alto, tabelle portanumero sui lati e ruote rigorosamente tassellate. Le sue doti fuoristradistiche si fecero notare sin da subito dai più giovani, elogiate ai tempi anche da un simpatico spot trasmesso in televisione. Qualche soddisfazione il Crosser riusciva anche a darla, tra piccoli salti, sgommate sullo sterrato e qualche entrata in velocità nelle pozzanghere pieno di fango, riuscendo sempre a darti in ogni condizione fiducia e sicurezza. E tornare a casa e vederlo sporco, come una vera moto da cross, era ancora più bello.
